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sabato 17 ottobre 2015

KME inutile piangere sul latte versato...


Come capita sempre al termine di percosi di declini chiarissimi sin dall'inizio per chi li viole o li sa vedere anche nel caso della KME di Fornaci di Barga si è seguito un filo di una logicità assoluta con una cronologia che, oserei dire, è da libro stampato.
Dal passaggio di proprietà in mani estere in poi il declino dell'azienda è stato inesorabile e tutto ciò che è avvenuto dopo non è stato che la logica conseguenza del fatto stesso che la proprietà aziendale non fosse più legata al territorio ma solo e soltanto a logiche capitalistiche.
Secondo la legge italiana le aziende devono svolgere una funzione sociale che però sempre si perde con l'internazionalizzazione delle aziende in questione.
Non sto parlando dell'imprenditore italiano che delocalizza in Romania piuttosto che in Albania, Serbia o Ungheria ma della multinazionale X che acquista un'azienda italiana Y carpendone now Know tecnologico e progettuale oltre che la clientela.
Questo passo che viene "venduto" ai dipendenti, alle loro famiglie e alla comunità intera come un passaggio che porterà benefici a tutti in realtà nella maggior parte dei casi altro non è che l'inizio del definitivo declino industriale dello stabilimento.
Allora oggi non stupiamoci se la KME vuol chiudere l'attività tradizionale dello stabilimento di fornaci di barga per snaturarlo in un'attività completamente diversa; non stupiamoci se questa attività non dovesse partire rivelandosi l'ennesimo bluff...
Tutto questo è solo e soltanto una conseguenza dell'errore iniziale quello cioè di aver permesso a mani straniere di acquisire un'azienda strategica per la Valle del Serchio e non solo.
Allora guardiamoci bene attorno e vediamo come gli altri paesi, anche europei, prestino molta più attenzione a questo tipo di passaggi di proprietà anche attraverso veti che sembrano essere insulti alla libertà commerciale ma che in realtà sono fugidi esempi della difesa del tessuto industriale e produttivo nazionale.
Allora iniziamo a chiedere ai sindacati che si assumano la responsabilità di non aver sortito effetto quando qualcosa davevro si poteva ancora fare, iniziamo a chiedere alla classe politica della Valle del Serchio di assumersi la responsabilità di aver permesso che questa azienda finisse in mani che non badano al territorio e ai cittadini ma che, abbandonando l'aspetto sociale dell'azienda, guardano solo all'interesse economico.
Ovviamente a tutti viene gettato fumo sugli occhi al fine di non farci vedere la realtà delle cose e i reali responsabili che ora magari sono tra quelli che si fanno portatori della bandiera dei dipendenti KME, lottando per loro nelle istituzioni di ogni livello.
Ancora una volta il sistematico depistaggio informativo sembra aver vinto anche se, sono convinto, di menti libere e pensanti ne esistono ancora...


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